Il luogo in cui si nasce e si vive può determinare non solo la qualità della vita, ma anche il rischio di ammalarsi. Questa affermazione, che potrebbe sembrare banale, è stata recentemente confermata da uno studio presentato al Congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO) a Madrid. La ricerca ha rivelato un legame preoccupante tra l’inquinamento atmosferico e l’incidenza del cancro al seno nelle donne.
Le polveri sottili, particelle microscopiche presenti nell’aria che respiriamo, sono da tempo al centro dell’attenzione per i loro effetti dannosi sulla salute. Secondo lo studio presentato ad ESMO, le donne che vivono e lavorano in aree con alti livelli di inquinamento da polveri sottili hanno una probabilità significativamente maggiore di sviluppare il cancro al seno. Questa associazione è stata rilevata anche quando si considerava l’esposizione sia a casa che sul luogo di lavoro, sottolineando l’importanza di un approccio olistico alla valutazione del rischio.
Béatrice Fervers, responsabile del dipartimento ambientale per la prevenzione del cancro presso il Léon Bérard Comprehensive Cancer Centre in Francia, ha evidenziato come l’esposizione prolungata alle polveri sottili sia direttamente correlata al rischio di cancro al seno. Questa scoperta è particolarmente allarmante se si considera che molte donne vivono e lavorano in aree urbane densamente popolate, dove i livelli di inquinamento sono spesso elevati.

Inquinamento e cancro al seno: quali sono le possibilità di prevenzione
La ricerca ha anche mostrato che l’esposizione alle polveri sottili aumenta il rischio di cancro al seno del 28% per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM2,5. Questo dato è particolarmente rilevante se si considera la differenza tra le concentrazioni di particelle PM2,5 nelle aree rurali e urbane d’Europa. Tuttavia, non tutto è perduto. La ricerca ha anche evidenziato come alcune misure preventive, come la protezione e la gestione degli habitat, possano avere un impatto positivo sulla salute delle donne.
Charles Swanton, del Francis Crick Institute di Londra, aveva già sottolineato nel 2022 come le particelle PM2,5 potessero causare il cancro ai polmoni nei non fumatori. Queste particelle, infatti, possono penetrare profondamente nei polmoni e da lì entrare nel flusso sanguigno, raggiungendo il seno e altri tessuti. L’inquinamento può quindi modificare l’architettura del seno, favorendo lo sviluppo di tumori.
L’ESMO ha sollecitato una riduzione del limite di PM2,5 a 5 µg/m3, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo appello ha trovato eco nel Parlamento europeo, che nel settembre 2023 ha adottato una proposta per fissare il valore limite annuale per il particolato fine a 5 µg/m3.
Il legame tra inquinamento e cancro al seno è una questione di salute pubblica che non può essere ignorata. È essenziale adottare misure preventive e promuovere ricerche volte a comprendere meglio questo legame. Solo attraverso un approccio integrato e basato su solide evidenze scientifiche sarà possibile proteggere la salute delle donne e ridurre l’incidenza del cancro al seno legato all’inquinamento.