Il cambiamento climatico sta lasciando strascichi importanti anche per quanto riguarda l’Europa mediterranea. L’Italia, celebre per la sua cultura, cucina e paesaggi pittoreschi, sta vivendo un periodo di cambiamenti climatici senza precedenti che stanno avendo un impatto significativo sul suo settore agricolo. Ondate di caldo record, siccità prolungate, alluvioni improvvise e gelate inattese stanno mettendo a dura prova il “Made in Italy” e le sue risorse agricole.
Secondo un recente rapporto pubblicato dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea), gli eventi climatici avversi hanno causato danni considerevoli al sistema agricolo italiano. Questi danni sono tanto gravi da far scivolare l’Italia dal secondo al terzo posto in Europa per la produzione nel settore primario. Mentre la Francia mantiene una posizione di rilievo nel continente europeo, la Germania, meno colpita da siccità, alluvioni e altri eventi climatici estremi, è ora al secondo posto nella classifica europea della produzione agroalimentare.
La direttrice dell’Ismea, Chiara Zaganelli, ha sottolineato la necessità di un impegno rinnovato da parte dei decisori politici per affrontare questa sfida. “Siamo usciti da un triennio difficile”, ha dichiarato Zaganelli. “E lo scenario futuro continua a non essere rassicurante. In questi anni sono state determinanti le politiche di sussidio emergenziali, ma non si può pensare che possano proseguire nelle dimensioni fin qui adottate.”
Uno dei fattori aggiuntivi che preoccupa il settore agroalimentare italiano è l’impatto economico della nuova guerra tra Israele e Hamas, che potrebbe minacciare la stabilità della regione mediorientale. Questi attacchi terroristici potrebbero ridurre i consumi fuori casa, che sono un importante motore per il Made in Italy agroalimentare.

Cambiamento climatico e rischi per l’Italia
Per rimanere competitiva a livello europeo e globale, l’Italia deve affrontare alcune sfide chiave nel settore agricolo. Ad esempio, il Paese è in ritardo rispetto a Spagna e Germania in termini di logistica e concentrazione dei mercati agricoli. Mentre anche la Germania ha visto una diminuzione del numero di imprese agricole, queste sono state in grado di consolidarsi, rendendo l’agricoltura tedesca più competitiva.
Un punto positivo, tuttavia, è l’incremento delle esportazioni italiane nel settore agroalimentare. Negli ultimi 10 anni, le esportazioni italiane sono cresciute al ritmo del 7,6% annuo, superando la media mondiale (+5,6%). La quota di mercato italiana è aumentata dal 2,8% nel 2012 al 3,4% nel 2022. Anche se questa quota è simile a quella della Spagna, rimane al di sotto di Francia e Germania, rispettivamente al 4,3% e al 4,8%.
Mentre l’Italia cerca di affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici e alla competitività agricola, il settore agroalimentare italiano dimostra una notevole resilienza e una capacità di adattamento. Tuttavia, è fondamentale un impegno costante da parte dei decisori politici, degli imprenditori agricoli e degli operatori del settore per garantire un futuro sostenibile per il “Made in Italy” agroalimentare.
In conclusione, il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova l’agricoltura italiana, ma il Paese sta cercando soluzioni innovative per affrontare queste sfide. Con un impegno continuo verso la sostenibilità e l’adattamento, l’Italia può mantenere la sua posizione nel settore agroalimentare europeo e globale, preservando al contempo il suo patrimonio culturale e culinario unico al mondo.